Flusso Di Coscienza tra le "urne dei Forti" Carlo Vigliano Friday, July 26, 2002 12:12 AM "Se solo affrontassi la vita come la morte, avrei clown, giannizzeri, nani a stupir la tua corte, ma voci imperiose mi chiamano e devo tornare perche' ho un posto da vecchio giullare qui in via Paolo Fabbri 43" Qual'e' l'effetto delle urne dei forti? Qual'e' il confine tra il mero feticismo, fine a se stesso, e quel sentimento sublime che pervade l'uomo difronte all' "urna" di un Grande? Queste son le domande che fluttuavano vorticose nella fantastica notte scorsa.... domande frenetiche che avevano scambiato il mio povero unico neurone asfittico, assonnato e obeso per una rotonda del moto-mondiale. Andiamo con ordine Arrivo col treno a Bologna stazione centrale..... [Alla stazione di Bologna arrivo' la notizia in un baleno, notizia d'emergenza, agite con prudenza un pazzo s'e' lanciato contro il treno] verso le 9 di sera ...non abbastanza tardi per privarsi di un passeggiata per la capitale Emilio Romagnola.... [Bologna la vecchia signora coi fianchi un po molli .... Bologna arrogante e papale Bologna la rossa e fetale] E allora via!! verso il centro della Capitale della piadina, il centro turistico, quello mondano, quel centro in cui tutti si fanno belli, quel centro in cui i pantaloni e scarpe devono essere firmati quel centro in cui ognuno si trasforma, forse per non sfigurare, forse perche' maldestramente trascinato dalla presunta importanza che un luogo come "IL CENTRO" deve rivestire in un citta'; e che citta' quella Bologna, che per me che vengo dalLa Capitale avrebbe avuto ben poco da offrire. [Bologna e' una ricca signora che fu contadina, benessere ville e gioielli e salami in vetrina] Io non ero "bello" come tutti, io non avevo quella voglia di apparire, allucinazione che raramente mi solletica, io vagabondo come sempre cercando non so neanche cosa nei volti delle persone, nei loro atteggiamenti, nel modo di porsi, o nel ribelle rifiutarsi di farlo; io col mio solito umore e lo stato d'animo che brandisco con orgoglio quando mi lascio prendere ramingo dal solitario vagabondaggio metropolitano io esploro i vicoli di quel "Centro" ancora non mio ma che inizio a sentire timidamente familiare. Pian piano che le vie si fan strette, pian piano che la gente diventa piu' vera, pian piano che entro nella vera Bologna, buia , poco trafficata dei viottoli che ciacolano solo il bolognese pių stretto dei vecchi portici e delle osterie. [Oh quanto eravamo tutti artistici ma senza timore o vergogna cullati tra i portici-cosce di mamma Bologna ] Pian piano che mi addentro vedo quelle rime tanto amate parto di gucciniana perizia che dipingono la citta' com'e' dolce il suono che descrive le cose amiche quanta la potenza del suono che rende amiche mura mai viste prima..... Riscoprendomi straniero in una citta' sempre piu' familiare inebriato dalla musica che trasuda attraverso l'intonaco di mura messe a dura prova da un'umidita' tutta padana ripercorrevo le rime del bacelliere Bolognese, tutte quelle che la mia parca testolina aveva l'ardire di ricordare ..... [Se fossi accademico ,fossi maestro o dottore t'insignerei in toga di 1000 lauree ad honorem ma a scuola ero scarso in latino e il pop non e' fatto per me ti diplomero' in canti ed in vino qui in via Paolo Fabbri 43 ] incredibile .... l'intimo indescrivibile fremito nello scoprire che avevo lė, a pochi passi VIA PAOLO FABBRI .... Non una via Paolo fabbri qualsiasi ... ma QUELLA via PAOLO FABBRI. strada di campagna.... quella via Paolo Fabbri poco fuori porta S. Vitale Una semplice stradicella di provincia , di quelle monotone, di quelle in cui non succede mai niente, di quelle che non conosce nemmeno chi porta a spasso il cane nella traversa a fianco, proprio li' al di la' di una soglia adornata da rampicanti abita Francesco. L'ora era tarda e faceva sentire il suo peso su di una giornata nata gia stanca, il pensiero del giorno che stava faticosamente facendosi strada mi ricordava che .... lo spirito saziato non avrebbe placato quei rantoli che ti attanagliano quando agogni almeno una margherita. Una margherita take away divorata sul ciglio del marciapiede un pizzetta bagnata dall'universale Corona Sale e limone. Queste piccole e semplici cose hanno concluso una delle serate vagabonde piu' belle da un sacco di tempo a questa parte. fino in albergo Ad Maiora